La veglia nelle ore pomeridiane più calde dell’estate
La Santa Messa della vigilia da alcuni anni non la celebriamo più a mezzanotte, né a Natale, né a Pasqua. I primi anni che arrivammo qui la celebravamo a mezzanotte, poi - anno dopo anno - abbiamo sempre più anticipato fino a fissare l’orario alle ore venti. Questa decisione l’abbiamo presa dopo aver considerato che buona parte delle persone vengono da molto lontano e devono camminare un’ora a piedi per raggiungere la chiesa parrocchiale, e quindi ripercorrere la stessa distanza a piedi e impiegare lo stesso tempo per ritornare a casa. Il cammino è nel bosco e percorrono le strade e i sentieri al buio. Quando giungono a casa è molto tardi, perché la durata della messa solenne di Natale è di un paio d’ore (quella della vigilia di Pasqua è di tre ore, e se celebriamo anche i battesimi durante la veglia la messa diventa di quattro ore). Tra saluti e scambi di auguri e intrattenimenti con le persone, inoltre, si faceva molto tardi anche per noi, che presto al mattino dovevamo alzarci per andare nelle comunità.
Quest’anno la veglia di Natale era per me fissata alle ore quattordici nella comunità di Matsinana, situata al di là del fiume. L’ora del pomeriggio era insolita e non indicata nemmeno per me, oltre che per loro. Non era l’ora migliore per favorire la preghiera, il raccoglimento, la partecipazione… A quell’ora del pomeriggio, con il caldo che fa (temperatura attorno ai 40° e con un tasso di umidità altissimo) si suda abbondantemente dall’inizio alla fine, oltre più, indossando il camice poi… Loro devono anche camminare sotto il sole cocente per raggiungere la cappella e se per alcuni la distanza é di circa mezz’ora a piedi, per altri è di un’ora.
La scelta dell’ora pomeridiana è dovuta al fatto che nelle comunità non c’è energia elettrica e pertanto la veglia si può celebrare con la luce solare prima che divenga scuro; e qui d’estate incomincia a scurirsi alle ore diciannove e dopo mezz’ora è già buio. Un altro motivo da considerare riguarda il fiume da attraversare. Il traghetto svolge il suo servizio fino alle ore diciannove, quindi si deve lasciare la comunità e arrivare al fiume per traghettare con la macchina prima che smetta il suo servizio, altrimenti si rimane oltre il fiume. Pertanto, oltre alla mancanza di luce per celebrare alla sera rimaniamo condizionati anche dall’orario di servizio del batelão (traghetto). Con la veglia di Pasqua, infatti (cui durata della celebrazione è più lunga rispetto a quella di Natale), arrivo appena appena in tempo a salire sul traghetto che sta per partire.
Quest’anno, per celebrare la veglia di Natale, sono partito da casa a mezzogiorno e sono arrivato alla comunità di Matsinana alle quattordici e trenta. Per attraversare il fiume ho preso il traghetto, che ha ripreso il suo servizio un paio di giorni fa. Ho dovuto pazientare in coda e aspettare il mio turno prima di traghettare con la macchina. Nel frattempo il sole rendeva le lamiere sempre più calde e la temperatura all’interno della macchina sempre più insopportabile. Quando tornai alla sera, arrivai al fiume alle diciotto e per la quantità di macchine che c’erano in coda il traghetto era costretto a continuare il suo servizio e fare le straordinarie fino a coda esaurita, e così - dopo aver aspettato il mio turno - arrivai in casa alla ore venti. Il tempo di attesa per traghettare - sia all’andata che al ritorno - era stato notevole e mentre aspettavo in coda, pensavo alle domeniche precedenti che senza traghetto raggiungevo le comunità impiegando meno tempo. Infatti, da quando uscivo da casa per arrivare alla cappella e dalla cappella per tornare a casa, il tempo impiegato era minore rispetto ad ora che mi servivo della macchina e del batelão. Nella chiesa parrocchiale stava per iniziare la veglia di Natale quando io arrivai in casa. Feci pranzo e cena, e poi preparai la riflessione per la messa del giorno seguente.
Il mattino di Natale dovevo recarmi a Mantimana, la comunità più lontana situata al di là del fiume. Alle sette del mattino il batelão - con il suo personale di servizio - non dava ancora segni di vita, nonostante che alle sei e trenta avrebbe dovuto iniziare il proprio servizio. Poco prima delle sette e trenta, barcollando con passo lento e stanco arrivò l’ultimo degli addetti, che sul volto si immaginava l’ora tarda che si recò a riposare e i fumi dell’alcol che ancora si esprimevano nel sorriso forzato, e nello sguardo spento e assonnato. Sicuramente quella sera della vigilia di Natale aveva fatto festa e - per il caldo e per la sete – terminata la giornata di lavoro si era dissetato non certamente con acqua, come di solito avviene per la stragrande maggioranza di uomini e di giovani in queste circostanze di vigilia e di festa.