Era una domenica importante…..19 luglio 2009
Quest’ultima domenica alle sette e un quarto del mattino eravamo alla sponda del fiume per recarci alla comunità di Mantimana (distante una ventina di kilometri), ma fino ad un quarto alle otto il batelão non ci ha traghettato dall’altra parte.
In questo tempo invernale, infatti, l’orario della prima attraversata è molto elastico (anche se per tutto l’anno l’ora della traversata è fissata per le sette).
Quando giunsi a metà del percorso - e la quantità di sabbia sulla strada era aumentata - la macchina non andava più avanti, mi accorsi che si era guastata la trazione e senza le quattro ruote motrici non saremmo mai arrivati nella comunità.
Non potevamo non andare nella comunità di Mantimana.
Era una domenica importante, quella domenica, 19 di luglio. Telefonai a Alberto che risiede in quella comunità perché venisse col suo trattore e col carro.
Tra le tante strade che si potevano percorrere per recarsi a Mantimana, il signor Alberto ebbe difficoltà a localizzarci e dopo un’ora e mezza d’attesa giunse dov’eravamo.
Saliti sul carro ci sembrava di rivivere la nostra infanzia, quando ancora bambini si andava nei campi. Il paesaggio della savana che stavamo vivendo, però, era diverso.
Fu così che io, i coniugi Salvetti e due volontari del GRIMM (che casualmente - prima di ritornare in Italia - erano passati a Marracuene per salutarci) arrivammo nella comunità di Mantimana e la gente che ci aspettava - nonostante le tre ore di ritardo - non si era allontanata, né tornata alle loro case, bensì ci avevano aspettati.
Era una domenica importante, quella domenica, 19 di luglio.
Dopo i saluti, alle undici e mezza si diede inizio alla messa, che solitamente è celebrata (orario approssimativo) verso le otto e trenta.
Per farmi perdonare del ritardo, promisi che la predica sarebbe stata corta, ma nonostante tutto uscimmo dalla cappella alle tredici e un quarto.
La comunità ci accompagnò al primo pozzo - che era situato in prossimità della cappella - e con i loro canti e danze partecipò alla benedizione della fonte.
Poi, coloro che abitavano in prossimità del secondo e del terzo pozzo salirono con noi sul carro e - come se fosse una scampagnata - ci recammo alle rispettive fonti d’acqua che vennero anch’esse benedette. Il signor Salvetti, non mancò di rallegrare la giornata con la sua fisarmonica (anche se la gente del posto non aveva mai visto né conosceva quello strumento e chiese che cos’era, come funzionava e come si chiamava).
Era una domenica importante per la comunità di Mantimana quella domenica, 19 di luglio: conoscere e ringraziare il signor Salvetti.
Il quale - tre anni fa - era stato tra noi e aveva visitato le nostre missioni in Mozambico.
Colpito dall’esperienza vissuta, tornato in Italia maturò l’intenzione di raccogliere dei soldi per realizzare almeno un pozzo nella località che necessitava maggiormente.
Con la moglie era, ora, tornato appositamente in Mozambico per vedere realizzata la sua intenzione. Con i soldi che con la sua fisarmonica raccolse in Italia e che aveva inviato a noi vide realizzato non un solo pozzo bensì tre pozzi.
Nel caldo pomeriggio invernale - con cielo azzurro e limpido - si concluse la nostra visita ai pozzi, realizzati con la sensibilità di molte persone che con la loro offerta contribuirono all’intenzione di un padre di famiglia (il signor Salvetti) che dopo la sua prima esperienza in Mozambico (nel 2006) rimase colpito dalle misere condizioni di vita di molte persone mozambicane.
Quest’ultima domenica, giungemmo a casa che erano quasi le diciassette.
Non avvertivamo fame, avevamo solo apprezzato l’acqua di ogni pozzo, la stessa che poteva beneficiare la gente che abita presso queste fonti d’acqua.